Il mondo dell'opera piange il grande soprano perugino Antonietta Stella, che negli Anni '50-'60 del secolo passato divenne un'acclamata interprete di Verdi e Puccini.
È mancata nella sua casa romana il 23 febbraio, Antonietta Stella, nata a Perugia il 15 marzo 1929; e nella sua città natale, presso il Conservatorio Morlacchi, aveva compiuto i primi studi musicali.
Il suo talento si rivelò affermandosi nel Concorso lirico “A. Belli” del 1950, e interpretando a Spoleto Il trovatore di Verdi. Poi, nel gennaio 1951, debuttò all'Opera di Roma come Leonora ne La forza del destino, cantando accanto a Mario Del Monaco. Da questo momento la sua carriera fu tutta in discesa, anche per l'appoggio di un direttore autorevole quale Tullio Serafin.
Chiamata poi ad esibirsi in vari grandi teatri italiani, cantando anche ruoli wagneriani (Siglinda in La valchiria ed Elisabetta nel Tannhäuser), colse infine un successo decisivo quale Mina nell'Aroldo verdiano proposto al Maggio Musicale Fiorentino 1953. L'interpretazione le valse l'approvazione piena di pubblico e critica, e la rivelò definitivamente come una delle più interessanti, più incisive e drammatiche voci dei suoi tempi, dotata di morbido timbro e di ammirevole agilità ed estensione.
Nel 1954 propose un'apprezzata Elsa nel Lohengrin all'Opera di Roma; e nella stessa stagione debuttò alla Scala nel 1954 come Desdemona nell'Otello, continuando negli anni seguenti ad inanellare alcuni grandi ruoli sopranili verdiani: fu Amelia ne Un ballo in maschera, Luisa nella Luisa Miller, Odabella in Attila, Elena nei Vespri siciliani, Lida ne La battaglia di Legnano, Elisabetta nel Don Carlo. Sempre nel 1954 aveva debuttato quale Aida al Covent Garden di Londra, riproponendola nel 1956 al Metropolitan di New York e alla Scala di Milano - in apertura di stagione - con sempre crescente successo.
Londra, New York, Chicago, Tokyo...
Nel 1957 Antonietta Stella tornò a New York per una Tosca diretta da Mitropoulos, e risolta con veemente temperamento. Qualche prima avvisaglia di fatica le suggerì di abbandonare taluni ruoli pesanti, per orientarsi su opere meno gravose dal punto di vista della tessitura; questo, pur senza abbandonare del tutto il repertorio drammatico e lirico-spinto. Fu così che incluse nel suo carnet due personaggi che affrontò numerose volte, con esiti sempre ragguardevoli: Violetta de La traviata e Cio-Cio-San di Madama Butterfly. Quest'ultimo personaggio, affrontato per la prima volta al Metropolitan nel 1958 - e riproposto di lì a poco dopo all'Opera di Roma - venne meticolosamente preparato a New York con un regista giapponese, in pieno spirito kabuki, sfociando alla fine in “un'interpretazione celebrata in tutto il mondo per la sincerità degli accenti e per la tenera cura delle movenze” (Rodolfo Celletti).
Il suo non vastissimo repertorio annoverava pochi lavori di Bellini e Donizetti (Norma, Linda di Chamounix), qualche opera verista (Andrea Chénier, Cavalleria, Fedora), e qualche autore sparso; ma l'altro grande compositore a lei congeniale fu decisamente Puccini, del quale interpretò anche Manon Lescaut, Bohème, Fanciulla del West, Suor Angelica.
Dopo tanti successi, il declino vocale
Tuttavia, dopo tante affermazioni, alla fine degli Anni Sessanta il declino delle sue energie vocali si fece man mano inesorabile. A due ancor positivi esiti interpretativi in Agnese di Hohenstaufen ed in Attila, opere entrambe dirette nel 1970 per Radio RAI da un giovane Riccardo Muti, seguì una Floria Tosca (1971, Roma) vocalmente alterna. Così, per qualche anno ancora la cantante perugina affrontò titoli di mino impegno, quali Maria Antonietta di Terenzio Gargiulo (1973, Roma) e Maria Stuart di Enzo de Bellis (1974, Napoli), per poi infine ritirarsi definitivamente dalle scene.
Voce di grande valore ed interprete di profonda aderenza psicologica, oltre che donna di notevole bellezza e di grande spirito - anche negli anni della vecchiaia - il suo catalogo discografico comprende fra l'altro ancor valide incisioni di Simon Boccanegra, Don Carlo, Ballo in maschera, Traviata, Trovatore, Linda di Chamounix, Tosca, Bohéme, Andrea Chénier, cui si aggiungono numerosissime registrazioni live che coprono l'intero ventennio dal 1951 al 1970. Di recente RAI 5 aveva trasmesso un bel Trovatore televisivo del 1961 con Carlo Bergonzi, Piero Cappuccilli e Fiorenza Cossotto, diretto da Arturo Basile, reperibile anche in YouTube.